F1. Altro che piloti codardi: a Spa il coraggio è mancato alla direzione gara

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Nel clima di incertezza che ha regnato a Spa oggi, una cosa è apparsa immediatamente certa. Il pasticciaccio brutto consumatosi nelle Ardenne è destinato ad entrare nella storia della F1. L’atmosfera, pur essendo diverse le circostanze, era simile all’aria che tirava a Indianapolis nel 2005. Allora a fare scalpore furono le sei macchine giunte al traguardo a causa dell’ammutinamento dei gommati Michelin. Oggi, invece, tengono banco i due giri inanellati dietro la Safety Car prima di alzare bandiera bianca.

È stato il degno epilogo di un pomeriggio alienante, con un’attesa di oltre tre ore e aggiornamenti meteo che, ad un certo punto, sono diventati semplicemente l’anticipazione di un nuovo, ipotetico aggiornamento. Si è allungato il brodo in maniera esponenziale, arrivando al momento in cui, dopo un leggerissimo miglioramento, ci si è ritrovati nelle stesse condizioni del giro di formazione, ma con una visibilità peggiorata. Il direttore di gara, Michael Masi, ha così deciso di far partire i piloti dietro la Safety Car, per inanellare il numero di giri sufficiente ad assegnare metà punti.

Parliamoci chiaro: le condizioni per correre non c’erano. Il mix potenzialmente assai dannoso tra l’impossibilità di intervenire sull’assetto in caso di meteo avverso causa regime di parc fermé – normativa assolutamente rivedibile – e la poca affinità delle monoposto attuali con le condizioni di bagnato estremo lo escludeva. A questo si aggiunge la pista di Spa, con la splendida sequenza Eau Rouge-Raidillon, infingarda già in condizioni normali, figuriamoci con una visibilità scarsa come quella di questo pomeriggio.

Fonte: Automoto.it